venerdì 10 dicembre 2021

JOGA MALITO - CROCIATI BIANCOROSSI 7 - 2


Hammers. I diavoli sgretolano le resistenze dei Crociati aggiudicandosi una sfida cruciale per la rincorsa al secondo posto nel girone. Stradario alla mano obbiettivo ancora alla portata dato che avremo lo scontro diretto tra le mura amiche proprio alla ripresa dalla pausa natalizia. 

Ma oltre che per la classifica la vittoria ieri serviva anche per arrivare al pandoro con il morale alto e un pieno di fiducia, mettendosi alle spalle le macumbe che aleggiano su di noi da una decina di giorni (Mux su tutti). E sentivamo che il replay della gara di lunedì era l'occasione giusta per azzerare una serata un po' così e per riprendere il volo. Gli avversari erano quelli, sempre appuntiti ma non così taglienti, eravamo noi ad essere molto diversi, nella testa prima ancora che nelle gambe.

Con uno Joga come quello del primo tempo mi sentirei più sicuro che in bunker svizzero. Approccio alla gara affamatissimo: concentrati, decisi, in pressione ma con giudizio, senza andare a prenderli volutamente alti ma contenendo e ripartendo all'unisono, da squadra. Un Arla in stato di grazia (pungolato dal Pres) supportato dagli esterni che si inserivano sempre la ricetta per quel parziale di quattro reti a zero che lasciava al primo tempo meno storytelling di un film porno. Quando gli avversari ci hanno provato, perché comunque hanno lottato, noi sempre attenti a chiudergli ogni varco, per fortuna le amnesie di lunedì sono solo un brutto ricordo.

La ripresa, dopo gli spiegoni infiniti dell'arbitro che asciugano più di un rotolo di Scottex, inizia con temporali e rovesci: due distrazioni da palle inattive e loro accorciano (4-2) iniziando a crederci dopo un primo tempo di rinunce che nemmeno quelli in fila alla Caritas. Il fastidio dura un attimo, tipo tampone rapido, poi ci pensa ancora Arla con una bomba sotto la traversa a riportare il sereno, sono ancora tre i gol di scarto. E' una rete killer perchè spegne le loro velleità e contemporaneamente ci ricarica la batteria. Torniamo a lottare su ogni pallone, nelle retrovie ma anche davanti, e quando passano ci pensa il Simo a sbarrargli la strada. Ne scaraventiamo in rete ancora un paio e colpiamo altrettanti pali, segno tangibile che sì la strada è quella giusta ma possiamo ancora migliorare, tanto.

Le lancette scorrono veloci e nel mentre che Carlo Briatore Dante stava maneggiando dei business plan in una riunione  top-secret che nemmeno al Pentagono il triplice fischio urlava di liberazione e di cena Joga in divenire...che bel modo per concludere calcisticamente questo 2021.

Un' estate fa mi ero immaginato difficoltà, ripartire (a modo nostro) dopo la pandemia non era facile. Ma tra tonsilliti, riunioni, pinze scardina lucchetti, placche fin nelle vertebre e un arbitro (comunque valido dai) che è sempre lì come un Arbre Magique allo specchietto....siamo arrivati fin qui e il gruppo che si sta formando mi fa sentire le farfalle nello stomaco (ma forse erano le penne all'arrabbiata) come ai quindici anni.

STILO 7: Sarò di parte ma per me appartiene alla "creme de la creme" dei portieri Cai. Ogni volta che cade di schiena prego ogni divinità pagana che si rialzi con entrambe le spalle al loro posto. Sublime in molte respinte nel secondo tempo dopo una prima frazione da villeggiante in bermuda, ELITE.

SILEO 7,5: Sontuoso. Si era presentato ai ranghi di partenza più tondo di una bombola del gas ma al secondo allenamento nel desolante sintetico di Fiore ho capito che il Sile è immortale, come i vampiri. Non ne ha sbagliata una ieri, MANESKIN.

ORSI 6,5: Non vorrei che ai più sfuggisse il suo scorcio di campionato. Anche ieri una piovra, con quelle leve da antilope a sporcare ogni traiettoria, ogni giocata nemica. Serve l'assist per la prima marcatura (tiro o cross?) e sbaglia tutte ma proprio tutte le rimesse. Con fare tamarro si giustifica con un "e ma non fatele battere a me", DISCOLPA.

CREMONA 7: Lo trovi ovunque come il peperoncino al tex-mex, mai visto un Cremo così in palla, al top della fama, come i virologi. E tra l'altro per correre come uno spiritato e per segnare una doppietta non ha neanche bisogno degli intrugli dal colore dubbio di Arla, IPERBOLE.

FERRARI L. 6,5: Nonostante i riti vodoo in sala riunioni del geloso Fante, Mr. Bove è in serata, ruspante come un gallo da combattimento. Prima prende il palo, poi d'impeto rompe il sortilegio con un perfido diagonale. Una salamino e patatine in pieno contrasto con i suoi mal di pancia ne decreta la resurrezione, JESUS.

ARLANDINI 8: Uno tsunami. Travolge la malcapitata difesa crociata e la abbatte con la pietà di un soldato Isis. Ne segna quattro, mostruose certe sue progressioni con gli avversari incollati a ruota come i barattoli dietro la scritta "Just Married". E ma segna poco...PIETRA TOMBALE.

AVVERSARI 6-: Onesta comparsata, annichiliti da una prima frazione che li costringe a una scalata improbabile. Impennata d'orgoglio a inizio ripresa, sfruttando i loro armadi davanti ma è un fuocherello.

ATMOSFERA 7: Che bello rivedere la Jo in tribuna e i video...Dio se mi mancavano (un Dvd?); spero abbia capito, faina qual è, che gli Joga vengono prima di tutto, siii anche di un figlio. La rivoglio on the road: casa o trasferta, Italia ed Europa.

La frase della serata " Potrei ancora giocare tre ore..." Un Arla esaltatissimo mostrando una sostanza, all'apparenza legale, appena recuperata dal bidone dell'immondizia.






martedì 7 dicembre 2021

CROCIATI BIANCOROSSI - JOGA MALITO 7 - 7

 

Crazy Joga. I diavoli non vanno oltre il pareggio nella sfida di recupero contro i Crociati Biancorossi in una serata di luci e ombre dal punteggio sempre in bilico e che davvero poteva premiare o piegare entrambi i team. Alla fine il pari è giusto, possiamo recriminare sul tap-in mancato del Bove sul gong che ci avrebbe spedito in orbita ma bisogna riconoscere in primis il valore di un avversario dalla classifica più bugiarda di un politico ed infine che non è stato il solito Joga. Siamo mancati un po' in tutto, una tacca sotto i nostri livelli standard. Meno cattiveria, meno mordente, poca propensione al sacrificio in una gara che fin dalle prime battute richiedeva uno spirito guerriero ben diverso.

Non so se ha inciso l’etichettatura “è una partita da vincere”. La classifica la rendeva un boccone succulento ma poi ti accorgi che bisogna sudare, perché loro hanno fisico, mestiere e una sana sportiva cattiveria. Quindi bisogna immergersi nel fango e sporcarsi per uscirne puliti. Al contrario noi ci siamo adattati al ritmo degli avversari convinti che quel 3-1 iniziale (bravi noi comunque) ci tenesse al riparo da sgradite sorprese. Invece la partita si è complicata proprio mentre Dante era intento a ordinare gli stuzzichini di antipasto.

Almeno nel primo tempo la sofferenza al forcing dei Crociati è abbastanza ordinato, vero è che ci pareggiano 3-3 ma l’impressione è che ci siamo fatti male da soli (sulla punizione della terza marcatura eravamo in possesso palla). Loro attaccano bene ma concedono autostrade a tre corsie alle nostre ripartenze: sprechiamo tanto come quei video dei rapper coi macchinoni e i bigliettoni verdi che svolazzano come coriandoli.

Se le serate non sono quelle di gala buttarla dentro e difendere dignitosamente sono i due vaccini per immunizzare il match da qualsiasi varia..bile. Invece dopo un primo tempo equilibrato ma di onesta superiorità tecnica siamo al nulla di fatto e bloccati in parità. La ripresa inizia più storta di un lunedì mattina, prendiamo subito due gol in stecca e comprensibilmente ci sale l’ansia come salirebbe un parente del sud dopo le feste. Gli scricchiolii difensivi e di assetto della prima frazione diventano segnali di cedimento e noi invece di compattarci ci disuniamo.

Un flipper impazzito: la partita è vibrante ma tutt'altro che bella, si sbaglia tanto (sia noi che loro) in tutte le zone del campo e nei rovesci di fronte può sempre succedere qualcosa tipo carta imprevisto. Il primo gol di Ale e il successivo pareggio del Cremo riportano il match sul 5-5 ma ecco che ci facciamo saltare di nuovo e il loro panzer ci trafigge come polli allo spiedo. Redbull Mux è l’ultimo scoglio a cui aggrapparsi prima del mare aperto. Con una punizione che avrebbe rotto anche il lucchetto (tra poco signori..) svernicia il sette per il nuovo pareggio e poco dopo si ripete con un destro dalla distanza che spiazza il portiere. Manca niente e nonostante abbiamo respirato il fetido dell’oltretomba siamo ancora in piedi come le scope.

Ma è una serata dove concentrazione e tenuta difensiva sono due fighe uscite a cena con Dante. Statici come statuine del presepe in piazza ci facciamo di nuovo sorprendere per il gol crociato che fisserà il punteggio. Finita? Macché. Ci riversiamo in avanti a testa bassa come tori feriti e con una bella giocata sull’asse Arla-Mussi mettiamo il pallone tra il Bove, la linea di porta (sguarnita) e la gloria dei secoli. Come in una puntata di Holly e Benji quel frame mi è parso durare ventisette minuti buoni. Vedevo la smorfia sulla faccia del Bove mentre caricava il colpo e la smorfia sul volto del povero pallone che stava per essere colpito alla potenza massima, deformandosi come plastilina. E in questo infinito timelapse, vissuto stringendo la mano dell’Arfo in panchina, non vedevo il portiere che, come nel cartoon nipponico, nel frattempo che il Bove decideva se essere eroe o comparsa, si stava lanciando da palo a palo per sventare il tutto. Beh, a velocità a 2x il nostro calcia a botta sicura ma con una parata senza senso ci strozza l’urlo in gola e lascia spazio al triplice fischio finale.

Capitolo palazzetto di Roveleto. Ho l’imbarazzo della scelta per come concludere il post ma soprattutto l’imbarazzo. Dobbiamo iniziare alle venti e nessuno apre, tranquilli… tanto tira una brezza estiva che si sta da dio. Poi ci apre una ragazza, occhi da cerbiatto smarrito, asserragliata dentro senza un logico motivo; da tanto che mi sembrava una favola  ho toccato una colonna delle tribune per assicurarmi che non fosse di marzapane.

Dentro fa più freddo che fuori e intanto che facciamo riscaldamento vedo che le porte sono crocifisse al muro, manca solo la scritta “Inri”. Verrà qualcuno dai, e proseguo il mio riscaldamento ammirando le divise rosso fuoco dei rivali. Dopo svariati minuti arriva uno più smarrito della tipa di prima che sta alla cassetta degli attrezzi come Cecchi Paone sta alla mascolinità. Tira fuori dieci aggeggi (tanto non sa come si usano) e intanto il tempo trascorre, leggero come  bollicine di spumante. Alla fine uno spazientito Mux mostra a tutti che una cassetta degli attrezzi si apre a fisarmonica (il tipo si era fermato al primo scatto) ed estrae una pinza in dotazione penso all’esercito asburgico. Rompere un lucchetto con quel ferro da museo sembra pura utopia ma per il Simo è come aprire il sacchetto dei cereali a colazione…si può cominciare. 

STILO 6: Nessuna colpa particolare ma meno scattante del solito, anche se va ammesso ci ha abituati bene e suvvia non può sempre salvarci le chiappe lui. Lo sforzo tenaglia si fa sentire: in un paio di circostanze serviva il miracolo e invece il pallone lo striscia ma beffardo rotola in rete, SCORPIONE.

SILEO C. 6: Buona la sua tenuta difensiva nel primo tempo e anche nello spezzone della ripresa, contro un pivot lento ma davvero abile nel nascondere il pallone con la sua corazza. Lo limita e lo contiene, sul secondo gol è più abbandonato che colpevole, COPS.

ORSI 5,5: Entra male in partita in un momento dove nulla lasciava presagire tante difficoltà tutte insieme. Sta per collassare quando trova il gol che rianima una prestazione da terapia intensiva, ma anche dopo soffre i ritmi di una gara disordinata come un campo profughi. Esultanza evitabile: ok aveva battibeccato e forse aveva ragione ma il rispetto dell’avversario viene prima di tutto, BLUFF.

 CREMONA 6,5: Un po' impreciso anche lui ieri però i suoi tagli sono una benedizione, sempre al posto giusto al momento propizio, ribalta in rete due tocchi ravvicinati che valgono oro. E’ difficile privarsi della sua corsa e anche nei momenti frenetici resta sintonizzato al match, 5G. 

FERRARI L. 5,5: La prestazione è ampiamente sufficiente; dopo minuti rompe gli indugi con la prima rete della serata con già l’appetito per altri gol alla faccia di Carlo Dante. Il voto si affossa con il pallone perso a fine primo tempo e soprattutto per l’occasione finale che ci avrebbe regalo l’insperata vittoria. In suo favore posso solo dire che Dante l’avrebbe segnato, PISTOLERO. 

MUSSI 7+: Per lui non è mai finita, potessi clonarlo ne farei cinque uguali, mano aliena inclusa. Corre come un ossesso,  magari non sempre con profitto, ma è la spina dorsale di una squadra opaca ma che non la vuole perdere. I due gol, specie la punizione, attivano i cinque sensi, CHAKRA. 

ARLANDINI 6+: Approccia molto bene, difficile da marcare anche per i piazzati avversari, razziatore di palloni sulla trequarti e regista offensivo Joga a tutti gli effetti, il gol (su punizione) è la diretta conseguenza di tale prepotenza. Meno stamina nella ripresa con quell’incertezza in sincro con il Simo in uscita che costa il loro quinto centro. Abbiamo chiesto i miracoli per settimane alla Landu Spa (le sue protesi e i suoi acciacchi costituiscono società per azioni) un tempo di pausa ogni tanto è lecito, SPIN OFF. 

ARFANI 6,5: Era pronto, non salterà la prossima. Abbiamo guardato insieme il Bove non segnare con lo stesso trasporto palpitante con cui ho visto il finale della Casa di Carta, READY.

 AVVERSARI 6,5: Se saranno al completo potranno dare filo da torcere a chiunque, speriamo inizino da venerdì però. La classifica non rispecchia i valori di una squadra organizzata, abbastanza tecnica e forte fisicamente. Dietro una scolapasta, ma potrebbero dire lo stesso di noi, ieri. 

ATMOSFERA 5: Niente da aggiungere al disastro organizzativo, cinque minuti di ritardo già deconcentrano, una mezzora buona ad aspettare che il fabbro-custode alzasse bandiera bianca sono una barzelletta sulla forze dell’ordine. Il campo è piccolo, duro e non lo godo, ma non giustifica una prestazione Joga non all’altezza. 

La frase della serata: “ Ale, queste sono cazzate”. Neanche il presidente Ferrero ha tanto disonore sul suo curriculum.

 


giovedì 2 dicembre 2021

BME BAR CAVALLETTO - JOGA MALITO 6 - 4


All or nothing. Un coraggioso Joga si arrende all’ imbattuta capolista perdendo di misura e sul filo di lana una partita traboccante di rimpianti. Eh si, nonostante la sfida fosse di alto livello i diavoli hanno retto alla forza d’urto della Bme rimanendo sempre aggrappati all’ incontro sia nel risultato sia nell’atteggiamento.

 Ci siamo difesi ma senza farci schiacciare come all’andata, abbiamo reagito con rabbia e orgoglio trovando i gol e la forza interiore per rimediare un avvio timoroso nel quale tutti gli episodi ci sono stati sfavorevoli. Ci abbiamo creduto perché da metà gara in poi ha regnato l’equilibrio; ok supremazia e possesso palla favorevoli alla capolista ma noi sempre pronti a ripartire e a colpirli, restando sempre a distanza -1 ma comunque a sorpresa più vivi che mai come il vecchietto di Squid Game.

Non era facile, anche mentalmente, uscire dalla melma dei primi minuti nei quali oltre ad essere un po' contratti tutto ci è girato storto e il punteggio ha virato su un secco 3-0 che avrebbe steso chiunque come una mentina all’aglio nero. Loro bravissimi ma forse un po' meno villain di come ce li eravamo immaginati, lo spauracchio del loro blasone e dei loro trascorsi (che sono appunto…trascorsi) ha lasciato a poco a poco spazio ad una maggiore determinazione Joga e giocando da squadra ci siamo ritrovati e abbiamo accorciato.

Ci sono stati momenti nei quali abbiamo difeso in cinque, sballottamenti nei quali abbiamo raddoppiato e triplicato le marcature per non farli passare ma è altrettanto vero che appena abbiamo spinto un po' qualche punto debole loro si è palesato; alla fine gli episodi, i dettagli hanno creato il solco, fatto la differenza. Nelle pieghe del match va ricercato dove sono stati più bravi, più esperti, più squali. Prendi il rigore…ci stava? Si. Ma noi siamo stati più polli del KFC e loro sono stati scaltri, una piccola trattenuta e il loro bomber è stramazzato come se fosse sotto tiro a un cecchino serbo. Prendi un paio di gol nei quali sono saltate le marcature (o le energie) per chiudere gli esterni;  prendi un paio di fortunate magie nelle quali oltre alla bravura del tiratore la palla è passata tra le gambe di difensore e portiere prima di insaccarsi peggio del dito di Mux.

A onor del vero in un paio di occasioni anche noi abbiamo limonato con la dea bendata (gol di Bove - inizio azione in primis) ma il senso è che in una giornata forse non proprio di splendore per i nostri rivali la gara è stata vibrante e incerta e a fine partita in bocca restava l’amaro del rammarico più che il dolciastro di una prestazione positiva.

A fine primo tempo, con i cambi che ci avevano dato il giusto booster eravamo sotto 3 a 2, si può fare. Il secondo tempo non ci vede prevaricare ma nemmeno cedere e anche se una zampata dei padroni di casa tiene sempre la distanza ecco che ne arriva una nostra a riaccorciare. Evil Dante è avvelenato e pronto a mordere, quando loro passeggiano un suo gol li fa tornare a correre, quando inseriscono una riserva ecco che devono subito tornare al quintetto base (senza quelli ciaone). Arla davanti, Arla dietro, le proviamo un po' tutte ma nel finale una corta respinta tra l’altro da una rimessa nostra regala alla capolista il pallone facile facile per l’allungo decisivo…peccato, ma usciamo a testa alta, era la partita che dovevamo fare.

Passato il broncio di spunti per vedere il bicchiere della fiducia mezzo pieno ce ne sono. Siamo squadra con la “S” maiuscola come la pettorina di Superman, siamo lì dove meritiamo ma in ogni caso in piena corsa per il secondo posto quindi avanti tutta.

Conclusione finale e un po' natalizia sulla questione gol del Bove e sull’onestà in generale. Pare che il pallone prima di finire tra i puffosi piedi bovici abbia toccato nella carambola il soffitto del palazzetto. Qualcuno dal campo ha visto altri no, certo è che se ci fosse stato il Var il gol sarebbe stato annullato.

Dopo i precedenti anche se il Cremo avesse notato qualcosa sarebbe stato più zitto di un’orata mafiosa. Ma gli altri? Beh…immaginiamo il futuro. E’ la mattina di Natale e il figlioletto del Bove scarta i regali sotto l’abete illuminato. Un trenino, una macchinina, un pupazzetto e il gol promesso dal suo babbo? Niente, non te l’ho potuto incartare si giustifica il suo vecchio, perché gli onesti dei miei compagni hanno fatto la spia e l’arbitro l’ha regalato al suo pargolo. Bene, da adulto, odierà il Natale come un giro da Ikea la domenica pomeriggio. Invece grazie a un pizzico di magia, dopo il peluche ci sarà un ultimo pacchettino: uno scavetto morbido morbido come lana merinos e tutti contenti.

STILO 7,5: Che era una serata impegnativa penso lo sapesse dalla compilazione dei calendari ma resta imperturbabile, sfinge. Tante parate, uscite al millesimo e lanci per le punte che ancora ringraziano. Quel che mi è piaciuto sopra ogni altro aspetto però è quel grido a non mollare, a fare di più, a non darla per persa ancora prima di giocarla…e aveva ragione. Ho già deciso il suo regalo natalizio: un elastico per chiudere le gambe, RED ZONE. 

ORSI 7- : Ingenuo sul rigore (e pesa) , per il resto non sbaglia una chiusura che sia una, cattiveria agonistica ma anche pulizia negli interventi bisogna riconoscerglielo. Tra i pochi della squadra a non aver ancora segnato è in analisi da uno strizzacervelli proprio adesso. Siparietto curioso in pizzeria: nella settimana della violenza contro le donne offende quella del Cremo che difendeva il Carlo Dante unico a sbagliare ogni volta il colore dei calzettoni, ETICHETTA. 

SILEO C. 7: Non conta lo stato di forma se conosci il mestiere come pochi. Ipnotizza come il bastone di Jafar ogni attaccante, con le buone ma anche con le cattive, quella scivolata ha aperto uno squarcio al linoleum come fosse un quadro di Fontana, AVANGUARDIA. 

FERRARI M. 6,5: Inizio complicato, ha il passo per mettere in difficoltà gli statici esterni rivali ma il pallone gli scotta tra i piedi e si addormenta sulla terza marcatura. Molto meglio da lì in avanti, segna il primo gol e non perde più un contrasto. Con lui il detto “suda sette camicie” assume tutto un altro appeal: sarebbero tutte camicie belle, GRIFFATO. 

CREMONA 7+: Corre tanto e corre bene, sempre a schermo tra la nostra linea difensiva e il loro portatore di palla. Gli manca il guizzo, le coupe de theatre, però la sua missione da soldato semplice era ben altra, ENERVIT. 

FERRARI L. 7-: Il campo è piccolo, quando lo aggrediscono e gli spazi sono intasati il suo paso doble può sembrare un lusso ma in realtà sono colpi come i suoi quelli che servono a far saltare il banco dopo un approccio di gara troppo rinunciatario. Il gol lo stava sognando così tanto che stava diventando un incubo ma è talmente una perla che valeva la pena aspettarlo con i popcorn in mano. La scena di sbeffeggiare i compagni di spogliatoio ancora a secco mi ha ricordato Zalone che denigrava i meridionali appena arrivato in stazione centrale, CINEMAGIC. 

ARFANI 6,5: Ottimo nell’assalto finale, la partita richiede spinta e lui non si sottrae, suona la carica con un paio di affondi e conclusioni ribattute. Attento anche dietro…molto meno quando ordina l’amaro: gli propinano un intruglio di erbe che avrebbero nauseato un vegano, ma lui manda giù, spollicia il suo gradimento e mette sulla nota spese delle società, DEBITO.

ARLANDINI 6,5: Teso come la pelle dei dobbermann, nella morsa dei suoi ex-compagni e noi Arla- dipendenti come tossici & metadone a chiedergli di difendere, di risolverla e insomma di fare tutto e anche di più specie dopo un avvio da sabbie mobili. Incredibile ma vero il nostro bomber resta all'asciutto ma per il nostro gioco è una pedina troppo importante e anche ieri non ha tradito, SOSTANZA.

BOSELLI 7,5: Ingresso demoniaco nel match, crea scompiglio e spaventa come l'Omicron gia' nella prima frazione e la sua scossa è contagiosa (in senso figurato) anche per i compagni. Una doppietta delle sue nel secondo tempo, ci tiene a galla e ci fa sperare fino alle battute finali, INCANDESCENTE.

AVVERSARI 6+: Una serata pigra sul piano della corsa e tanto mestiere, che è sempre un plus, per portarla comunque a casa nonostante le difficoltà. E' bene ricordare che poi a conti fatti spesso la si vince con una ricetta semplice: un gran portiere, palla lunga always e i forti sempre dentro.

 ATMOSFERA 7: Una sola tifosa, sempre gradita, basta per prevalere sugli spalti. Che tristi i palazzetti al tempo del Covid anche se questa struttura, a parte il tetto apribile, secondo me vinceva a mani basse il premio tristezza anche prima del virus.

La frase della serata " Com'è Cremo che c'era la donna in tribuna e andavi il doppio del solito?" Cristian. "Com'è Cremo che c'era la tua donna in tribuna e Dante andava il triplo?" Ale.