giovedì 2 dicembre 2021

BME BAR CAVALLETTO - JOGA MALITO 6 - 4


All or nothing. Un coraggioso Joga si arrende all’ imbattuta capolista perdendo di misura e sul filo di lana una partita traboccante di rimpianti. Eh si, nonostante la sfida fosse di alto livello i diavoli hanno retto alla forza d’urto della Bme rimanendo sempre aggrappati all’ incontro sia nel risultato sia nell’atteggiamento.

 Ci siamo difesi ma senza farci schiacciare come all’andata, abbiamo reagito con rabbia e orgoglio trovando i gol e la forza interiore per rimediare un avvio timoroso nel quale tutti gli episodi ci sono stati sfavorevoli. Ci abbiamo creduto perché da metà gara in poi ha regnato l’equilibrio; ok supremazia e possesso palla favorevoli alla capolista ma noi sempre pronti a ripartire e a colpirli, restando sempre a distanza -1 ma comunque a sorpresa più vivi che mai come il vecchietto di Squid Game.

Non era facile, anche mentalmente, uscire dalla melma dei primi minuti nei quali oltre ad essere un po' contratti tutto ci è girato storto e il punteggio ha virato su un secco 3-0 che avrebbe steso chiunque come una mentina all’aglio nero. Loro bravissimi ma forse un po' meno villain di come ce li eravamo immaginati, lo spauracchio del loro blasone e dei loro trascorsi (che sono appunto…trascorsi) ha lasciato a poco a poco spazio ad una maggiore determinazione Joga e giocando da squadra ci siamo ritrovati e abbiamo accorciato.

Ci sono stati momenti nei quali abbiamo difeso in cinque, sballottamenti nei quali abbiamo raddoppiato e triplicato le marcature per non farli passare ma è altrettanto vero che appena abbiamo spinto un po' qualche punto debole loro si è palesato; alla fine gli episodi, i dettagli hanno creato il solco, fatto la differenza. Nelle pieghe del match va ricercato dove sono stati più bravi, più esperti, più squali. Prendi il rigore…ci stava? Si. Ma noi siamo stati più polli del KFC e loro sono stati scaltri, una piccola trattenuta e il loro bomber è stramazzato come se fosse sotto tiro a un cecchino serbo. Prendi un paio di gol nei quali sono saltate le marcature (o le energie) per chiudere gli esterni;  prendi un paio di fortunate magie nelle quali oltre alla bravura del tiratore la palla è passata tra le gambe di difensore e portiere prima di insaccarsi peggio del dito di Mux.

A onor del vero in un paio di occasioni anche noi abbiamo limonato con la dea bendata (gol di Bove - inizio azione in primis) ma il senso è che in una giornata forse non proprio di splendore per i nostri rivali la gara è stata vibrante e incerta e a fine partita in bocca restava l’amaro del rammarico più che il dolciastro di una prestazione positiva.

A fine primo tempo, con i cambi che ci avevano dato il giusto booster eravamo sotto 3 a 2, si può fare. Il secondo tempo non ci vede prevaricare ma nemmeno cedere e anche se una zampata dei padroni di casa tiene sempre la distanza ecco che ne arriva una nostra a riaccorciare. Evil Dante è avvelenato e pronto a mordere, quando loro passeggiano un suo gol li fa tornare a correre, quando inseriscono una riserva ecco che devono subito tornare al quintetto base (senza quelli ciaone). Arla davanti, Arla dietro, le proviamo un po' tutte ma nel finale una corta respinta tra l’altro da una rimessa nostra regala alla capolista il pallone facile facile per l’allungo decisivo…peccato, ma usciamo a testa alta, era la partita che dovevamo fare.

Passato il broncio di spunti per vedere il bicchiere della fiducia mezzo pieno ce ne sono. Siamo squadra con la “S” maiuscola come la pettorina di Superman, siamo lì dove meritiamo ma in ogni caso in piena corsa per il secondo posto quindi avanti tutta.

Conclusione finale e un po' natalizia sulla questione gol del Bove e sull’onestà in generale. Pare che il pallone prima di finire tra i puffosi piedi bovici abbia toccato nella carambola il soffitto del palazzetto. Qualcuno dal campo ha visto altri no, certo è che se ci fosse stato il Var il gol sarebbe stato annullato.

Dopo i precedenti anche se il Cremo avesse notato qualcosa sarebbe stato più zitto di un’orata mafiosa. Ma gli altri? Beh…immaginiamo il futuro. E’ la mattina di Natale e il figlioletto del Bove scarta i regali sotto l’abete illuminato. Un trenino, una macchinina, un pupazzetto e il gol promesso dal suo babbo? Niente, non te l’ho potuto incartare si giustifica il suo vecchio, perché gli onesti dei miei compagni hanno fatto la spia e l’arbitro l’ha regalato al suo pargolo. Bene, da adulto, odierà il Natale come un giro da Ikea la domenica pomeriggio. Invece grazie a un pizzico di magia, dopo il peluche ci sarà un ultimo pacchettino: uno scavetto morbido morbido come lana merinos e tutti contenti.

STILO 7,5: Che era una serata impegnativa penso lo sapesse dalla compilazione dei calendari ma resta imperturbabile, sfinge. Tante parate, uscite al millesimo e lanci per le punte che ancora ringraziano. Quel che mi è piaciuto sopra ogni altro aspetto però è quel grido a non mollare, a fare di più, a non darla per persa ancora prima di giocarla…e aveva ragione. Ho già deciso il suo regalo natalizio: un elastico per chiudere le gambe, RED ZONE. 

ORSI 7- : Ingenuo sul rigore (e pesa) , per il resto non sbaglia una chiusura che sia una, cattiveria agonistica ma anche pulizia negli interventi bisogna riconoscerglielo. Tra i pochi della squadra a non aver ancora segnato è in analisi da uno strizzacervelli proprio adesso. Siparietto curioso in pizzeria: nella settimana della violenza contro le donne offende quella del Cremo che difendeva il Carlo Dante unico a sbagliare ogni volta il colore dei calzettoni, ETICHETTA. 

SILEO C. 7: Non conta lo stato di forma se conosci il mestiere come pochi. Ipnotizza come il bastone di Jafar ogni attaccante, con le buone ma anche con le cattive, quella scivolata ha aperto uno squarcio al linoleum come fosse un quadro di Fontana, AVANGUARDIA. 

FERRARI M. 6,5: Inizio complicato, ha il passo per mettere in difficoltà gli statici esterni rivali ma il pallone gli scotta tra i piedi e si addormenta sulla terza marcatura. Molto meglio da lì in avanti, segna il primo gol e non perde più un contrasto. Con lui il detto “suda sette camicie” assume tutto un altro appeal: sarebbero tutte camicie belle, GRIFFATO. 

CREMONA 7+: Corre tanto e corre bene, sempre a schermo tra la nostra linea difensiva e il loro portatore di palla. Gli manca il guizzo, le coupe de theatre, però la sua missione da soldato semplice era ben altra, ENERVIT. 

FERRARI L. 7-: Il campo è piccolo, quando lo aggrediscono e gli spazi sono intasati il suo paso doble può sembrare un lusso ma in realtà sono colpi come i suoi quelli che servono a far saltare il banco dopo un approccio di gara troppo rinunciatario. Il gol lo stava sognando così tanto che stava diventando un incubo ma è talmente una perla che valeva la pena aspettarlo con i popcorn in mano. La scena di sbeffeggiare i compagni di spogliatoio ancora a secco mi ha ricordato Zalone che denigrava i meridionali appena arrivato in stazione centrale, CINEMAGIC. 

ARFANI 6,5: Ottimo nell’assalto finale, la partita richiede spinta e lui non si sottrae, suona la carica con un paio di affondi e conclusioni ribattute. Attento anche dietro…molto meno quando ordina l’amaro: gli propinano un intruglio di erbe che avrebbero nauseato un vegano, ma lui manda giù, spollicia il suo gradimento e mette sulla nota spese delle società, DEBITO.

ARLANDINI 6,5: Teso come la pelle dei dobbermann, nella morsa dei suoi ex-compagni e noi Arla- dipendenti come tossici & metadone a chiedergli di difendere, di risolverla e insomma di fare tutto e anche di più specie dopo un avvio da sabbie mobili. Incredibile ma vero il nostro bomber resta all'asciutto ma per il nostro gioco è una pedina troppo importante e anche ieri non ha tradito, SOSTANZA.

BOSELLI 7,5: Ingresso demoniaco nel match, crea scompiglio e spaventa come l'Omicron gia' nella prima frazione e la sua scossa è contagiosa (in senso figurato) anche per i compagni. Una doppietta delle sue nel secondo tempo, ci tiene a galla e ci fa sperare fino alle battute finali, INCANDESCENTE.

AVVERSARI 6+: Una serata pigra sul piano della corsa e tanto mestiere, che è sempre un plus, per portarla comunque a casa nonostante le difficoltà. E' bene ricordare che poi a conti fatti spesso la si vince con una ricetta semplice: un gran portiere, palla lunga always e i forti sempre dentro.

 ATMOSFERA 7: Una sola tifosa, sempre gradita, basta per prevalere sugli spalti. Che tristi i palazzetti al tempo del Covid anche se questa struttura, a parte il tetto apribile, secondo me vinceva a mani basse il premio tristezza anche prima del virus.

La frase della serata " Com'è Cremo che c'era la donna in tribuna e andavi il doppio del solito?" Cristian. "Com'è Cremo che c'era la tua donna in tribuna e Dante andava il triplo?" Ale.

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