martedì 6 maggio 2014

PENSIERI (S)COMODI


Il sapiente commento del Bisaccia, "linkato" dagli amici Cagnoni sul blog (ma avevo già letto..), mi ha messo addosso un'insana voglia di scrivere. Di buttar giù due pensieri, direi conclusivi, sul campionato appena trascorso.
Lo so, avevo saltato il pagellone del campionato ed intendevo proprio farne a meno, stretto nella morsa tra la preparazione del dvd e la ricerca della mia figurina (se Footprint ci leggesse...).
Tre cose, leggendo il loro post sulla partita, che non potevano essere spiegate meglio. Number one, la dinamica del gol di Dante, che neanche a rivederlo in video riesci a capire come sia potuto succedere.
Durante la disputa ho pensato fosse il più irregolare dei gol irregolari. Ho visto uscire la palla all'altezza della nostra area convinto fosse loro, ho visto battere quasi un corner corto e poi la palla in rete, incredibilissimo.
Invece la spiegazione era semplice come una ricetta Giovanni Rana: la palla ha finto di uscire, ha danzato sulla linea come il miglior Cristian Panucci a Ballando sotto le Stelle ed è uscita verso la porta ospite quindi mistero risolto, alla Lucarelli, gol valido.
Punto numero due, la regola del cambio di panchine (che va a braccetto con l'ingresso in campo stile Champions). Ok, che era una bestialità lo abbiamo pensato tutti, troppo facile. Che Piero Pelù dovesse farne menzione sul palco del primo maggio anche. Ma fermarsi a pensare di chi fosse la paternità di questa ideona è un altra cosa. Notti insonni sui libri, su internet, niente.
I primi sospetti erano caduti, neanche a dirlo, sullo zio Ago. Ma poi ho pensato che se fosse stata una sua idea non avrebbe sfondato, sarebbe naufragata come l'almanacco, le squadre non iscritte e tutte le sue crociate del passato.
Avrebbero trovato un vizio di forma, un cavillo e l'avrebbero bocciata sul gong. Invece io mi immagino questa scena. Afa piacentina di fine agosto, Uisp, stanza dei bottoni. Ricordate la pubblicità Sky di qualche anno fa? Cosa possiamo inventarci si chiedevano gli opinionisti seduti a un meeting, sbucava Cassano e di malavoglia esclamava in barese"perchè non mettiamo le telecamere negli spogliatoi?" Stessa cosa qui, e il mito di arbitro che estrae dal cilindro la regola delle panchine invertite.
Punto tre, fondamentale. C'era una volta, neanche troppo tempo fa un campionato che iniziava a ottobre e finiva...quando finiva. Nel senso che se proprio eri scarso rimanevi nel limbo ma se tanto tanto non ti sponsorizzava la Eminflex e arrivavi almeno quinto ti andavi a giocare i playoff, ah i playoff.
Una sorta di secondo campionato, ma ancora più succoso, perchè ad eliminazione, tipo una coppa. E la vincente alzava il trofeo a fine maggio, non a inizio aprile.
Poi è cambiato tutto e mi piace la definizione del Bisaccia, un brutto regolamento. Eh si perchè  si potrebbe definire disgustoso, "un piatto di mmerda" per dirla alla Joe Bastianich? Noo..un brutto regolamento è appropriato, non offende ma si fa capire.
Da cinque squadre si passò a quattro, ora due e temo, finchè la promozione sarà a girone unico, che non ci saranno playoff allargati nemmeno l'anno che verrà.
Filosofeggiando potrei dire che per anni mi sono sbagliato.Ovvero la federazione consente a più team di partecipare e spilla qualcosina in più a tutti, in pratica un autovelox, una ztl.
Invece scaccio il demone che me lo faceva sospettare, una volta che gli avrei dato due soldini volentieri mi fanno risparmiare, Teledue.
Campionato alla fine bello: ok andata deprimente ma un ritorno così lo riabilita alla grande. Rimarrà il torneo della maglia Lico modello Celtic, degli arbitraggi squallor, della resurrezione dell'Acquelaria e del miracolo (poi smentito) di Don Bosco.

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Un giorno leggendo la posta Jm e mi ritrovo questo messaggio. Una rubrica del sito due anni fa proponeva in chiave ironica le mail dei followers, ma questa volta è tutto vero.
La ripropongo così come è arrivata senza toccare una virgola e ringrazio, di cuore, l'autore.

A volte piace scrivere qualcosa anche a me, e ci sono tante cose da poter scrivere, tante idee da mettere nero su bianco che non so nemmeno da dove voler iniziare. Partiamo dalla più banale allora: la mia prima stagione da JM (da diavolo in senso largo ne ho già fatte tante altre). Ricordo benissimo quel giorno di gennaio dell’anno scorso in cui, dopo un’amichevole, chiamai Ale nel corridoio davanti agli spogliatoi e gli dissi: “Se non facciamo la squadra hai davanti a te il tuo portiere per il prossimo anno”. In quel momento, oltre ad aver visto chiaramente che il cuore di Ale ha perso 2 o 3 colpi, i suoi occhi hanno iniziato ad emanare stelline, cuoricini e scintille come nei migliori manga giapponesi. E non perché io sia chissà chi, ma sicuramente dal fatto che, in 20 anni che ci conosciamo non abbiamo mai avuto il piacere di giocare una partita che contasse qualcosa in campo allo stesso momento. E’ sempre stato un piccolo tabù, una piccola condanna che due amici come noi non avevano mai avuto il piacere di togliersi, e finalmente c’era la possibilità di poter annientare questa cosa.
Da li in poi le cose non sono state sempre semplici, soprattutto perché c’è stato un momento in cui pareva proprio che l’altra squadra ci sarebbe stata, cosa che comunque alla fine non è successa. Il resto è storia recente e di dominio già pubblico. E’ stato un anno tanto difficile quanto strano personalmente parlando; partendo dalla colossale differenza fra il girone di andata e quello di ritorno, passando anche per il mio personale infortunio. Non nego di aver pensato di appendere definitivamente i guanti al chiodo a fine stagione per molti motivi: una caviglia che faceva male, una condizione che non voleva saperne di arrivare… il pensiero è logico e credo che possa venire a tutti. Poi arriva il girone di ritorno a rimescolare le carte in tavola… anzi, a metterne di totalmente nuove. Una marcia trionfale con solo due steccate, una squadra che gira alla grande, il morale che va in un crescendo senza fine e il meritatissimo (a mio modesto parere) aggancio al quarto posto in campionato. E sono convinto che se giocassimo adesso con le prime due della classe faremmo loro un bel culo a strisce.

Ho giocato in molte squadre, sono uno che si affeziona molto alle TAG e non le abbandona mai a meno di condizioni davvero estreme, sono uno che le cose ci mette un secondo a farsele entrare nel cuore e un secolo ad uscirne. Così è stato per il Savi (checché vi piaccia o meno, eheh), così è stato per i JM. Difficile, impossibile dire se ci sia qualcuno un gradino più in alto degli altri, e comunque sono solo chiacchiere da bar, quello che conta è il presente. E penso, se mi vorranno, che i JM (anzi, più corretto dire GLI AMICI JM) sono il mio presente.
Cec





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