venerdì 11 novembre 2022

JOGA MALITO - DESPERADOS 9 - 2

 


Come Back. Uno Joga d’assalto fa suo il testacoda casalingo contro i Desperados e torna ai tre punti in campionato. Un piccolo strappo che, complice qualche buon risultato precedente, permette ai ragazzi di appollaiarsi di nuovo in vetta…abbiamo coinquilini, ma ci siamo.

Una prestazione rabbiosa, frenetica, non esteticamente perfetta (anzi) ma una vittoria fortemente voluta e per questo messa in sicurezza già nel primo tempo. Nella ripresa un diavolo a intermittenza come l’insegna di un night club. In certi momenti sembrava fossimo in svantaggio per quanto premevamo sul pedale, in altri volevamo gestirla ma senza la pazienza di completare il giro palla, creando molto ma rischiando oltre il consentito. In una gara che finisce con un simile scarto che il nostro portiere sia il migliore dei dieci in campo mi indispone come un pranzo a Gubbio.

E’ chiaro che la squadra è sul pezzo, il talento non manca e l’impegno di tutti è certificato. Ma per tagliare il traguardo per primi bisogna spingere forte  fino all’ultima curva e soprattutto curare ogni dettaglio anche quello all’apparenza più banale. Ne cito uno, quello che mi sta più a cuore. Siamo partiti con la mannaia delle convocazioni e già ieri, in casa nostra, avevamo solo 2 cambi disponibili. Ok ok, abbiamo infortunati e una buona dose di sfiga però…ricordiamocelo, ogni tentennamento, ogni licenza, ogni mancato sacrificio potrebbe costare caro a tutta la brigata e se il mio compagno non molla di un centimetro beh non devo farlo nemmeno io.

Chiusa la parentesi la cronaca del match potrebbe essere più spoglia di una soubrette, più sintesi che in un telegramma. Noi ad attaccare dal fischio d’inizio, gli avversari costretti a difendersi e cercare di ripartire, schiacciati dal peso di una partita apparsa subito proibitiva. Anche per l’intensità Joga, soprattutto nei primi venticinque. Pressing alto, esterni a tutto campo e ritmo forsennato (a volte rifiatare e far correre gli altri non sarebbe un’idea così malsana). Alcuni errori di misura e gol divorati, vero, ma è il prezzo da pagare quando la levetta è sempre pigiata in modalità “sport”.

Meno brillante la ripresa. Il risultato non è in discussione e quindi cerchiamo di farne uno ancora e poi un altro concedendoci il lusso di aprire anzi spalancare il campo a tre o quattro contropiedi che solo un Simo in serata saracinesca poteva addomesticare. Ma va bene così, non ci sono avversari facili o arrendevoli, serviva uno Joga granitico anche se non il più bello di sempre, e così è stato.

A margine, due sfumature della serata, imprescindibili. The first… in un mondo in crisi nera, ben venga la riccanza del Tibe, uno schiaffo in faccia ai poveri e ai nottambuli. Dunque, un panino con le patatine, che se me lo faccio a casa spendo il doppio, tot. 6 euro. Appena saputo dal Sudafrica mi hanno scritto per ordinargliene un paio, a confronto l’Eurospin è una boutique di Prada. Come dice Ema se ne ordini uno a sera, muori, ma spendi meno che a fare la spesa.

 C’è un però, un asterisco (*). Come fossero a Oslo, dopo le otto e mezza giusto la tisana alle erbe ti possono dare, anche se prenoti per 150 come i matrimoni loro restano chiusi.

Nota numero due. Che bella la furbata-maglia del China. Oh da davanti era uguale, la stessa tonalità di rosso, che se non era per la scritta Kipsta che impoverirebbe anche un sultano, non te ne accorgi. Beh vista da dietro… il numero nero, il 99…tarocca! Però è inutile, sono bravi molto a falsificare la mercanzia, chapeau.

 STILO 7,5: Una muraglia, per batterlo servono un tiro perfetto (nel primo tempo) e la tibia mal posta di Ale per il più beffa degli autogol. Più tirano più para e più si ricarica, come un Suv plug-in. Il più dispiaciuto per il forfait del Tibe, in Calabria ti aprirebbero anche se chiusi per ferie, OSPITALITA’. 

MENTO 6,5: Tutto facile per Ema Hernandez, tanto che fisso in difesa ci resta giusto il tempo del fischio d’inizio poi si sgancia e inizia a fumare come una vaporiera, su e giù come i meridionali sotto le feste natalizie. Gol, assist, sostanza e qualità, MIX. 

ORSI 6: Un brodino, però maledettamente curativo quando ci sbilanciamo e ci dimentichiamo che si gioca a due porte. Lontano un anno solare dall’ultimo gol chiede al Fideo Arla di colpirlo in direzione porta e per poco non ne esce il gol del secolo. Non appagato alla prima occasione testa i riflessi ravvicinati di Simo ma per un errore di calcolo massa-peso-distanza, per intercettare quella deviazione bisognava essere più svolazzanti di Peter Pan, ORE PASTI. 

MUSSI 6,5: Dal punto di vista tattico una gara di livello alto, è lui a coprire le scorribande degli altri, è il suo contrasto ad interrompere molto anzi tutto il gioco di rimessa dei rivali. Sforna assist come fossero focaccine calde fuori dalla discoteca, ma il gol non arriva. Fatale fu una “tirata “clamorosa di un arbitro al momento dell’appello, da quel giorno ha la stessa media gol dell’Arfo, DEVOTO. 

LIN 7,5: “Can che abbaia… poco cotto” recita un famoso proverbio cinese. Ed in effetti il nostro funambolo China nonostante ogni partita profumasse delle sue giocate non era ancora arrivato al giusto punto di cottura. Ieri sera più piccante e indiavolato di un habanero: gol, dribbling, passaggi sempre veloci e con il contagiri, ON FIRE. 

BOSELLI 6: Ingresso non facile, fatica a trovare la posizione e il grip giusto…l’acrobata del gol stavolta cade e poi ci ricade, come i tossici. Ma le occasioni sono tante e nel secondo, con i suoi movimenti sempre azzeccati, si crea le occasioni più limpide ma la mira fa cilecca, SCIVOLOSO. 

ARLANDINI 7: Sempre elegante come un Airone, scelta fin troppo facile del Simo, che gli affiderebbe il figlio e la Mastercard (sempre al lancio…) ciecato di fiducia dal suo effetto ventosa. Gol ne fa e ne sbaglia, ma è sempre nel vivo del gioco e solo nel finale cede un po' nella corsa, RAMPICANTE. 

AVVERSARI 6: Secondo il mio giudizio il campo non rispecchia la classifica (un solo punto) perché sono organizzati e con alcuni buoni tiratori. La partita li manda in tilt a causa dei ritmi alti e la retroguardia (portiere a parte) non è parsa imperforabile. 

ATMOSFERA 7-: Il Sile già mi aveva gasato, poi il PalaJoga si riempie dato che dopo di noi giocava il Cai. E il brusio da stadio è sempre più piacevole che l’assordante silenzio di un palazzetto vuoto dove senti anche il rumore dei rimbalzi. 

L’EVENTO: Parcheggio vuoto, io e Arla intenti a parlare male degli assenti della serata. Poi dal buio autunnale vediamo arrivare una macchina e avvicinarsi a noi, con tanto di borsone, uno dei bomber di queste categorie più  forti e conosciuti in provincia. Non dico che ci prende male, però proprio noi, Marotta & Ausilio, il Gatto & la Volpe, che conosciamo ogni squadra e ogni atleta con e senza visita medica da Fanfulla in giù, non sapevamo fosse dei “loro”. Arriva ed esclama…”Sono qui come arbitro…” Ahhh…e lì ho capito quanto sia utile arrivare già in divisa come fa il Cremo.


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