venerdì 24 marzo 2023

Playoff (Semifinali): SMART 014 - JOGA MALITO 8 - 2

 


Sprofondo rosso. Diavoli battuti sonoramente nella semifinale d’andata contro gli Smart campioni in carica e qualificazione appesa a un filo, nella gara di ritorno servirà un’autentica impresa per accedere alla finalissima. Peccato, perché anche se l’avversario ieri sera si è dimostrato più forte, il punteggio finale penalizza oltremisura uno Joga sicuramente non bello ma quantomeno in partita fino a metà ripresa. Poi, incapaci di trovare un modo per riaprire il match, ci siamo sfiduciati e sfilacciati perdendo di vista l’obbiettivo principe ovvero provare a restare incollati al risultato tenendo le sorti della qualificazione in bilico fino alla sfida di ritorno in casa nostra.

Non ci siamo disuniti. E’ la cosa di cui vado più orgoglioso anche il day after quando, come dopo un alluvione, si fa la conta dei danni. Siamo rimasti squadra dall’arrivo negli spogliatoi al riscaldamento (rigorosamente tutti assieme) fino alla cena che a parte qualche imprecazione è stata spassosa come sempre…quasi avessimo vinto noi.

Contro questo Smart, ben diverso da quello visto alla prima di campionato e comunque arrivato dietro di noi, serviva uno Joga perfetto e così non è stato. Nonostante un impegno e un’ applicazione da parte di tutti lodevole, qualcosa non ha funzionato o meglio, non è andato in quel maledetto secondo tempo dove abbiamo scoperto il fianco a un avversario Francesco Amadori che ci ha infilzati come polli allo spiedo. Il piano gara era semmai quello di aspettarli, di rischiare meno possibile e anche se non abbracciava troppo le nostre caratteristiche per quasi tutta la prima frazione lo abbiamo seguito passo a passo come la ricetta dei muffin. Anzi, un avvio tanto brillante (due volte in vantaggio noi) ci aveva iniettato coraggio e illuso anche dopo il loro pari, direttamente da calcio piazzato.

La partita, ferma sul due a due, non conosce pause: attaccavamo noi, rispondevano loro e anche alla rete del sorpasso siamo rimasti vivi, sembrava il classico episodio a sfavore. Invece tutto stava cambiando, una volta avanti loro si chiudevano a riccio, ci facevano uscire e poi lanciavano lungo, con precisione. Lanciavano la punta ma gli esterni (molto bravi, uno più degli altri..) tagliavano sempre dentro sorprendendoci alle spalle. E così proprio a pochi istanti dal fischio di fine tempo uno di questi lanci  per nulla illeggibile ci mandava al tappeto (4-2).

Visto l’equilibrio risuonava come una beffa ma erano le avvisaglie che dovevamo metterci in trincea, gli avversari sembravano avere più stamina e soprattutto la partita si stava incartando esattamente come volevano; bravi a chiudere ogni varco e ancora di più a ribaltare l’azione… mancava solo il fiocco rosso e una bollicina di benvenuto.

Noi, generosi ma incauti invece abbiamo pensato di andarcela a riprendere e abbiamo attaccato a testa bassa, sfiorando ma non trovando mai il gol. Anche le mosse dalla panchina andavano in questa direzione e il risveglio è stato brusco, a schiaffoni come nei film di Bud Spencer. Invece di farlo il gol lo prendi, ci sta che ti butti giù. Dovevamo essere bravi a limitare i danni per l’all-in del ritorno ma un po' di sfiga e la loro mira cecchina (a tratti spudorata) hanno fatto il resto.

Proveremo comunque la remuntada. Lo dobbiamo a noi stessi: in primis perché non è stato vero-Joga  pur riconoscendo all’avversario di aver strameritato il round. In seconda battuta perché si, dateci dei pazzi, ma noi ci crediamo ancora.

Due parole finali sul doppio arbitro. Non l’avevo mai sperimentato e devo dire che mi ha traumatizzato come la sigla di Twin Peaks quando ero piccolo. Il sospetto che avrebbero raddoppiato gli errori si è fatto preso certezza ma la cosa che più mi spaccava era la loro sincronia…mancata. Dunque quello sulla mia fascia, che per semplicità chiameremo J Ax, dopo avermi rimproverato che gli impallavo la visuale ha deciso di fischiare solo i falli che avvenivano sull’altra sponda, il suo dirimpettaio, Dj Jad invece, decideva di fischiare quelli di qua, creando una confusione di fischi a mano libera che nemmeno a Milano Centrale. Già avevano dei guai a prendere decisioni a pochi metri, figurati quando lasciavano galoppare la fantasia. Ma l’esilarante era come si sconfessavano uno con l’altro, presi nella morsa del coach e del Sile, che li marcava stretti stretti come marcherebbe un centravanti. Per fortuna che non mi hanno chiesto doppia quota, mi aspettavo pure quello…Esperienza terribile, recensione zero stelline: a  parte il far ridere più di LOL 3 (non per le decisioni in sé ma per il poco affiatamento) io lascerei perdere, in coppia solo per la briscola, please. 

STILO 6,5: Anche le sue parate ci tengono in sella a un match che minuto dopo minuto si fa più imbizzarrito del toro meccanico alle fiere. Fino al quinto gol il passivo è accettabile, poi nel finale arrivano la sfortuna (tocca ma entra lo stesso) e i tiri imparabili e allora è notte fonda. Se seguivamo il suo navigatore la pastiera la mangiavamo direttamente a Piazza del Plebiscito, ci dava come percorrenza l’arrivo alle 4.30, BLACK HOLE. 

MENTO 6: Comincia da esterno e la sua corsa sembra essere il chiavistello giusto per aprire la difesa scrigno degli Smart. Quando torna dietro non demerita e non incanta: non era facile vincere tutti i duelli con il loro pivot, ma soffre quei lanci che spesso lo mettevano uno contro tre…a conti fatti, in inferiorità numerica per quasi un tempo, difficile chiedergli di trasformare anche la birra di Piddu in vino, JESUS. 

ARLANDINI 6,5: Per esserci la sua schiena ha subito torture medievali ma è un Longo tirato a lucido, poi ci sta che per stare nel personaggio a cena eviti 102 pizze a menù come se a casa si cibasse di ragni e cavallette. Il migliore per distanza dietro, era la mossa giusta azzerando fisicamente la punta nemica. A dire il vero benino anche là davanti ma un gol, anche una ciabattata brutta a vedersi…ci avrebbe fatto comodo, IMBUTO. 

MUSSI 5,5: Serata difficile per il nostro capitano, in rotta di collisione del loro più temuto che sa far tutto e a velocità supersonica. Non saranno un paio di chiusure mancante ad abbagliarmi, mi restano in mente molti suoi recuperi, anche in scivolate disperate, sempre sulle orme del nemico. L’emblema quando ci fa capire con una parabola dal vangelo secondo Luca quanto sarà difficile il ritorno: se quell’ areoplanino di carta attraversa la doppia corsia di Viale Dante e tocca quell’ insegna passiamo il turno…fino a giovedì non vi spoilero che fine ha fatto quel tornado di cellulosa, CREED. 

LIN 5,5: Il primo spezzone è buono, perché ha il passo e la convinzione per imbavagliare la spinta del loro esterno più abile. Nella ripresa quando più avevamo bisogno di lui si trasforma in Evil-China…ok più provocato che in Basic Instinct però il risultato è che si autoelimina dalla sfida e ogni colpo gli resta in canna, inesploso, ORIUNDO. 

GIORDANO 6: Personalità e quei colpi che la possono cambiare. Penso a quel tacco che libera al tiro Ema…le occasioni non abbondavano e ogni lasciata era persa. Nel finale ci sovrastano e lui, alto come un parastinco di Osimhen, fatica. Dato che è napoletano come le carte e quando prenota in pizzeria mi serve Google Translate lo imploro di chiedere “o miracolo” a San Gennaro per giovedì, SACRO E PROFANO. 

MALDARELLA 6-: Il suo avvio è fragoroso, suolata e tocco di punta nell’angolino, rigore procurato…(lasciato a sicario Ema), bello bello tutto molto bello ma poi come abbiamo fatto a perdere 8-2 contro il Marocco (cit.)?  Eppure anche un Piddu in calo dopo i fuochi d’artificio iniziali ci aveva avvisati dei pericoli della partita ma la pressione ha finito per schiacciarci come il pane carasau, GIROUD. 

AVVERSARI 8: In questa formazione per me lo possono perdere solo loro (impegnandosi). Senza volergliela tirare, anzi volendolo con ogni atomo del mio corpo…hanno un passo e mezzo in finale, e con merito. Hanno vinto di esperienza, di organizzazione (tutti validi quelli che hanno messo piede in campo) e anche con un pizzico di buona sorte, vedremo al ritorno ma ieri una macchina perfetta. 

ATMOSFERA 6+: E’ il campo scelto per la finale, un minuto di silenzio per le decisioni senza senso, come uscire di casa con le infradito e le calze. La nostra tifoseria c’è, capitanata dal Sile in stampelle. Onore anche a quegli Joga che non sono scesi in campo ma hanno tifato e fatto gruppo a bordocampo come in pizzeria, first the family. 

L’EVENTO: Potevo citare il viaggio di ritorno alla ricerca di una falla nel sistema nel buio pesto della macchina del Simo, ma era per pochi. Sapete, invece, perché a cuor leggero credo nella rimonta? Perché impariamo dai nostri errori. Dopo mesi di “inculate” post match vuoi che ci siamo fatti furbi? China che ordina una pizza bianca senza mozzarella e provola (siamo già al paranormale così) e quando gli arriva, più bianca della Balti, con aria snob dice al cameriere “la volevo rossa”, rifare…Ale che ordina una pizza, la più cara a listino, con su delle robe che nemmeno gli piacciono, per il gusto di spendere, Simo che dopo caffè e amari ordina una naturale, per vezzo, per pulirsi il palato…tanto sempre 20 euro saranno no? E infatti….venti giusti giusti.

 


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