sabato 25 febbraio 2023

JOGA MALITO - JUVENTUS CLUB S.GIORGIO 12 - 5

 


Easy. Uno Joga concreto, massimo risultato con il minimo sforzo, fa suo l’incontro contro Juventus Club, fanalino di coda del campionato chiudendo con una pronosticabile vittoria la prima parte della stagione. Restiamo secondi e nei playoff verremo abbinati alla settima forza del campionato; dall’ urna di stasera (manca solo una partita) uscirà il verdetto, ma qualsiasi avversario poco sposta i giudizi. Ottima regular season dei diavoli (ma non perfetta..) che si azzera ora che cominciano i playoff. Quel che è stato fatto non conta più, serviranno altre grandi partite, da affrontare con gli occhi insanguinati, per superare quarti semifinali e accedere alla finalissima.

Ma intanto diamo merito ai ragazzi per un'altra vittoria. Match mai in discussione e nemmeno in equilibrio ma giocato con il piglio giusto, non con l’atteggiamento superficiale che poi ti espone a figure barbine, magari proprio di fronte al pubblico più nutrito della stagione (la Juve richiama sempre lo stadio pieno, è inutile).

Lo zero a zero dura solo pochi secondi perché alla prima azione nostra uno sgusciante Piddu la scaraventa in rete, sgretolando una difesa più burrosa di un croissant parigino. L’intensità è buona e il palleggio è spesso incontrastato; basta trovare la formula giusta per un lasciapassare sistematico alla loro porta, neanche il palazzetto avesse il maggiordomo. Sopra di alcuni gol andiamo a corrente alternata, a volte abbassiamo la soglia di attenzione o ci facciamo attrarre dal profumino invitante nell’aria e ci impigriamo nel tornare. Un paio di contrasti persi malamente e altrettanti tiri azzeccati dai bianconeri (alcuni di loro calciavano con una certa precisione) mettono un minimo di apprensione, siamo sul parziale di 6-3 e gli avversari sono ritornati in qualche modo in partita.

I molti cambi aumentano quel senso di smarrimento Joga che tuttavia dura pochi minuti. Il clima è più pacioccoso di una puntata dei Teletubbies, gli ospiti ce la mettono davvero tutta ma sempre con lealtà, noi facciamo lo stesso e anche quando l’arbitro non fischia cose plateali facciamo spallucce, peace and love come hippies presi bene. Anche per questo zucchero filato sarebbe stata una serata da incorniciare se non fosse che a metà tempo il Nik affonda un contrasto e si pianta a terra: il solito ginocchio (sempre lo stesso dell’anno scorso) che ci auguriamo non sia rotto ma che non lascia buone sensazioni e guasta il tempo come un temporale a giugno.

Nella ripresa gli ingressi di Mux e Ema ci riportano subito a barra dritta e preso di nuovo il largo l’epilogo è il red carpet per un gol atteso come il capodanno nelle strade di Rio. L’aria è frizzantina e quel rigore mancato fanno salire la temperatura come in una sauna. Boni state boni (ciao Maurizio)… il gol arriverà, nella serata dove il mio socio e “rivale” di sventure Bove resta al palo come un’auto elettrica…c’est parfait. Finisce 12 a 5 con Piddu che pare al poligono di tiro per quanto ci tenga a centrare il bersaglio…ci riuscirà, fiaccando un Perin in erba che davvero cercava di parare solo le sue (+ un rigore). E ora…che playoff siano…noi ci siamo. 

STILO 6,5: Penso che dopo la tripletta del Fideo non si sarebbe preso male nemmeno alla vista di un meteorite che centrava solo la sua macchina parcheggiata fuori dal palazzetto. Quindi anche se durante la partita ci prendiamo qualche pausa caffè di troppo non ci maledice e anzi sforna tre-quattro ottime parate, specialmente quel volo sotto all’ incrocio sul finire di gara. Il gol di Ale lo apprezza si, come tutti, ma non quanto quella carbonara notturna lì, ESTASI. 

MENTO 7: Penso poteva vincerla anche da solo la partita di ieri. E deve averlo pensato anche lui perché l’ultimo passaggio che gli ho visto fare è durante il torello, poi si diverte e fa divertire con le sue sgasate palla al piede dalle retrovie che fanno più male dell’ olio di palma. I gol, tutti belli, ma è la carica che trasmette (abbinata anche a una buona fase difensiva) che mi fa dormire sonni tranquilli, STATUS. 

SILEO N. 6: Davvero sfortunato. Purtroppo si rende conto subito che il danno è serio e le lacrime sono di rabbia. Peccato perderlo in questo momento, ma cercheremo di portarlo in trionfo tra cinque partite. Come gli ho scritto anche in privato i giocatori vengono ricordati dalla storia per le loro gesta in campo o per i grandi infortuni… io verrò dimenticato, BLACK CAT. 

ORSI 6,5: Quando diventi la mascotte è forse segno che in guerra non fai più paura, però come una profezia di Nostradamus a furia di previsioni tutto si è avverato, come un cataclisma. La prestazione è buona dai, spinge anche con regolarità. Al gol i maligni sostengono che non abbia esultato in rispetto alla sua fede calcistica, la realtà è che non ricordava le movenze di un’esultanza, VECCHIA VOLPE. 

CREMONA 6,5: Ordine e disciplina militaresca sono i suoi cardini, al cospetto di un avversario che se la gioca a sentimento ecco che ci mette un po' per entrare nelle grazie di una partita arcade e piena zeppa di skill. Un paio di assist e tante coperture, anche nella ripresa, BARELLA. 

LIN 6,5: Già vederlo con la maglia giusta, dieci punti in più per Glifondolo…a parte questo il China non riesce a giocar male nemmeno sforzandosi (così così il suo primo tempo) e quando si aprono praterie ecco che diventa infermabile. Omaggia il suo capitano ordinando anche lui una Mussi, è un attimo che adesso finisce a menù anche negli all you can eat, MARKETING. 

FERRARI 6,5: Gioca felpato quasi a non immischiarsi con quei cafoni che rincorrono in mutande un pallone, lui pasteggia a tarfufo bianco nella sua villa di pietra in campagna d’altronde. Anche se il gol non arriva sgomita per la squadra e cerca di non strafare in attesa di recuperare la forma migliore, WORK IN PROGRESS. 

MUSSI 7: Azzera le difficoltà (che già non puntavano ai piani alti) con un primo tempo da lupo mannaro, qualche gol al chiaro di luna ululando la sua supremazia. Nella ripresa penso che lo sforzo più grande che abbia fatto sia stato quello scatto per invadere il campo al gol di Ale, ma ho gradito, DIETRO DI ME. 

LEPPINI 6,5: In campo da sempre il massimo ma incorpora un timer da forno e quando finisce il suo tempo è programmato per sedersi in panchina, seguendo un percorso dritto e tornando alla sua base esattamente come fa il mio robot aspirapolvere. Per fortuna che è biondo platino e me ne accorgo…se no si rischia di giocare in quattro. In campo mi confeziona su misura l’assist del nirvana, è il mio nuovo intoccabile, DE SCIGLIO. 

MALDARELLA 7: Sempre nel vivo del gioco, mai banale…estremamente godibile quando viene steso in area e rincuora lui l’arbitro, tranquillo pisola ancora un po', mi fischi il prossimo. Mica gli devi dire cosa fare, nel secondo tempo fa addirittura l’esterno basso, a volte l’ultimo. Appena può cerca il tiro ma il loro portiere sembra una calamita. Mi ha svelato tutti i trucchi per tirare il rigore perfetto… poteva mica dirmeli due ore prima il maledetto brindisino, PULSANTE. 

AVVERSARI 6 +: Lunga vita a una squadra con qualche limite tecnico che tuttavia ha affrontato un intero campionato a testa alta onorando ogni singolo impegno (mentre qualcun altro…). Hanno qualche buon tiratore, se l’impegno e l’entusiasmo si mantengono (oltre che la sportività) ci vedo addirittura un barlume di potenziale. Nota finale: ci prestano il ghiaccio spray, fosse per noi uno che si sbuccia un ginocchio è da sopprimere peggio di un cavallo zoppo… 

ATMOSFERA 7,5: Raga, il pienone, pensavano fosse la Juve di Bonucci e Vlahovic? In questa bolgia infernale ho incrociato lo sguardo con il mio fido secondo (per una sera) Arla pensando “se va male, dividiamo le colpe eh?”

 L’EVENTO: Lo stadio è un catino ribollente. L’avversario ha vinto nove scudetti consecutivi. Accade che ci fischiano un rigore a favore e tutti si fanno avanti per tirarlo, si litigano proprio il pallone. Ecco che in questo clima, con il risultato oddio magari non in bilico ma non ancora al sicuro, Ale si prende sulle sue spalle da impiegato il peso di questo fardello, come Frodo con l’anello….”Lo tiro io”. Con la mano sposta i compagni alleviandogli ogni sofferenza come un guaritore indù. Avesse toccato il Nik avrebbe guarito pure lui. Rincorsa breve, guardando prima a destra poi a sinistra come si fa ad un incrocio pericoloso. E calcia bene, ne troppo piano per non prendersi gioco di loro, ne troppo forte per non ferire nessuno. Il loro numero uno si supera, salta da un palo all’altro come Ed Warner (lo chiamano infatti il Ragno di San Giorgio) e respinge ustionandosi mezzo avambraccio. Peccato, ma sarà andata proprio così?

 

 


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